Il dinos, mancante del sostegno è decorato con scene poco note: Busiride, il famigerato re dell’Egitto che sacrificava ogni straniero che osava avventurarsi nel suo regno, è raffigurato, armato di machaira (coltello da sacrificio) e vestito con abiti orientali (tiara e maniche lunghe), al lato di un altare sormontato da una colonna ionica. Sul lato opposto Eracle, barbato e vestito di leontè (la pelle del leone di Nemea) sta per essere sacrificato. Un servo egiziano infatti è intento a stringere una corda al suo polso, mentre sul retro del vaso altri personaggi portano un ceppo da macellaio con due grandi lame, versano acqua in un calderone e portano dolci e vino su un vassoio. Il sacrificio sta per compiersi, cosa che secondo la storia non avverrà, poiché Eracle, dopo essersi liberato, ucciderà il re Busiride, ponendo fine alla sua barbara pratica.
Il vaso, ascrivibile al famoso Pittore di Dario, potrebbe rientrare tra quelle produzioni italiote nelle quali si riscontra un’ispirazione iconografica dalle narrazioni mitiche del teatro attico. Infatti è nota dalle fonti una commedia realizzata da Epicarmos, commediografo siceliota ma strettamente connesso con la tragedia attica, di cui avrebbe parodiato lo stile e i temi, ma anche un dramma satiresco di Euripide e una commedia di Cratino.