La statuetta in terracotta policroma, che presenta ancora qualche debole traccia della sua colorazione originale, fu ritrovata nel 1908 a Taranto, nell’area dell’Arsenale Marittimo, nella tomba n. 65. È databile al III secolo a.C.
Alta circa 22,5 cm, rappresenta una figura femminile avvolta in un manto che le copre il torso e le braccia. Un tympanon (tamburello) è trattenuto dalla fanciulla con la mano sinistra, all’altezza del ginocchio. Il braccio destro è flesso, la mano corrispondente spinge sul fianco. I capelli sono raccolti in uno chignon sulla nuca.
Lo strumento musicale tenuto in mano dalla fanciulla rientra nella tipologia degli strumenti a percussione, presenti di frequente nelle cerimonie collegate ai culti dionisiaci. Il tympanon, in particolare, inventato secondo il mito dallo stesso Dioniso, aveva il compito di cadenzare il ritmo dei passi di danza; non a caso questo strumento è spesso associato alle figure di satiri e menadi.
Per ottenere il suono, cupo e ritmato, si percuoteva con il palmo della mano una pelle di bue tesa su un cerchio di legno o metallo, munito di maniglie per l’impugnatura.
In base alle dimensioni possiamo distinguere due generi di timpani: i più grandi erano di solito privi di decorazione; i più piccoli, in uso dal IV secolo a.C. in poi, erano spesso ornati di nastri e di tintinnabula (sonagli formati da più campanelle unite tra loro) e qualche volta decorati anche da pitture.
Il reperto è esposto nella Sala XIII, vetrina 27, 11.1
