Iscrizione funeraria di Ester

11 aprile 2022 11 aprile 2022

Stele in pietra calcarea, molto danneggiata nella cornice superiore e lungo il lato destro.
La faccia superiore, entro un riquadro ribassato reca l’iscrizione funeraria in ebraico, incisa su sei righe.
La sua traduzione, come proposta dal suo editore, il professor Cesare Colafemmina, nel 1977, recita:
“Alla buona memoria /di Ester /figlia di Basilio. Qui/ giace. Venga/ la pace e riposi/ sul suo giaciglio”.
Sul retro della stele è presente un altro riquadro con iscrizioni, non decifrabili, mentre sulla sommità sono incisi due candelabri a 7 bracci che escono dalle estremità di uno stesso stelo. Lungo il lato sinistro è rappresentato uno shofar, uno strumento a fiato ricavato da un corno vuoto di ariete o di capro. Purtroppo lo stato di conservazione della stele non ci permette di verificare se ve ne fosse uno anche sul lato sinistro. La stele si data tra il IX e il X secolo.
La stele è stata ritrovata nel 1884 presso l’allora Ospedale Civile, corrispondente al convento dei padri teresiani e prima ancora, nel XIV secolo, delle Clarisse. Dopo essere stato sconsacrato nel periodo napoleonico e adibito a funzioni militari, nel 1872 venne acquisito dal comune di Taranto.
Il sito, ancora oggi più elevato rispetto agli isolati circostanti, si trova immediatamente a nord della struttura dell’anfiteatro romano.

La Comunità ebraica di Taranto
Le iscrizioni ebraiche conservate al museo si datano fra il IV e il X secolo d.C.. Nella maggior parte sono bilingui, con iscrizioni in ebraico e in latino o greco. I nomi che vi leggiamo sono ebrei, greci e latini.
Nel nostro esempio, Ester è figlia infatti di Basilio. Le fonti ci permettono di intuire una comunità attiva e operante liberamente nel territorio.
Le iscrizioni trovate alla fine del XIX secolo nel Borgo, tra la strada di Santa Lucia, Montedoro e il Carmine, si interrompono al X secolo, quando la città, distrutta dai Saraceni, venne poi ricostruita nell’acropoli abbandonata da tempo dando origine alla bellissima città bizantina che noi chiamiamo Città Vecchia.

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