Nel 1923 lungo la costa di Mare Grande in corrispondenza del quartiere Montegranaro, che allora teneva fede al proprio nome ed era una distesa di campi e frutteti intorno alla villa di campagna della nobile famiglia D’Ayala, venne trovata questa statua di giovane donna, detta in greco Kore.
priva della testa che probabilmente era lavorata a parte, la staua rappresenta una fanciulla stante, che indossa il chitone e il peplo di tipo ionico, che copre solo una spalla. Databile al VI secolo a,C. è scolpita in marmo greco, ma l’opera è rimasta incompiuta, come testimoniano le tracce dei colpi di scalpello visibili sulla superficie.
Il retro è solo abbozzato, e una profonda scheggiatura lungo il lato sinistro della statua suggerisce l’ipotesi che il lavoro non sia stato finito per una fessurazione del marmo che si è rotto in lavorazione compromettendone la rifinitura.
Non conosciamo il luogo esatto del contesto della statua, in quanto la costa lungo Mare Grande è stata usata a lungo come luogo di scarico dei depositi terrosi risultanti dalla realizzazione del quartiere Borgo.
Fanciulle e fanciulli: KORAI e KOUROI
La kore è una tipica tipologia della statuaria greca arcaica, insieme al kouros (pronuncia: Kuros) che invece rappresenta un giovane uomo stante in nudità eroica.
Si collegano al concetto tipicamente greco del Kalos kai agathos (bello e buono) secondo cui la bellezza esteriore doveva rappresentare la virtù interiore.
Si tratta in genere di statue votive (come quelle delle Korai ritrovate sull’acropoli di Atene) o funerarie, legate alla rappresentazione dei valori dell’aristocrazia che nel VI secolo a.C. cercava di mantenere il predominio delle poleis.