Il balsamario proviene da una tomba rinvenuta a Taranto, nella parte di Contrada Vaccarella oggi corrispondente a via Messapia, nel 1926.
Il corredo, molto ricco, comprendeva 18 reperti ed includeva degli alabastra (portaprofumi che imitano i vasi in alabastro) e degli aryballoi (altra forma di portaprofumi molto attestata in età arcaica) e dei vasi potori da banchetto detti skyphoi, tutti prodotti a Corinto.
Come si può notare, l’aspetto della cura del corpo prevale sulla rappresentazione del simposio. In un’epoca ancora fortemente caratterizzata dai valori aristocratici della virtù guerriera e dall’esaltazione delle capacità fisiche, che dalla guerra si trasferiranno progressivamente nella pratica atletica, la presenza dei contenitori per unguenti e profumi assume dunque una forte valenza ideologica.
Il rinvenimento di tombe così antiche in un’area relativamente lontana dal centro abitato dimostra che l’organizzazione della necropoli tarantina non ha seguito semplicemente un modello di espansione dalla città verso est, ma che vi erano diversi nuclei e spazi dedicati a gruppi sociali e familiari.
La necropoli tarantina