I Dioscuri sono una coppia di divinità gemelle nate dall’amore tra Leda, sposa del re spartano Tindaro, e Zeus, che si unì a lei in forma di cigno. Particolarmente radicato nella regione di Sparta, il loro culto sembra diffondersi a Taranto in un momento in cui la colonia, nella seconda metà del IV sec. a.C., rinsalda i propri legami con l’antica madrepatria e ricorre al suo aiuto militare contro le popolazioni italiche. Da una serie di depositi votivi rinvenuti in più punti della città provengono quadretti (pinakes) in terracotta e anforette di uso rituale specificamente legati al culto dei Dioscuri. Le anfore, sempre accoppiate, compaiono come simbolo dei divini gemelli sullo sfondo delle scene di sacrificio rappresentate sui pinakes. Raffigurati spesso in piedi a fianco dei loro cavalli, i Dioscuri recano in mano, come attributo, un ramo di palma. Simbolo solare di rigenerazione e di vittoria, la palma si lega alla funzione salvifica delle due divinità, invocate nei momenti di sommo pericolo a garanzia del positivo superamento delle avversità. Tale significato passerà nell’iconografia cristiana come simbolo della vittoria dei martiri sulla morte. I Santi Medici Cosma e Damiano, gemelli e martiri di origine siriaca la cui venerazione si diffonde in Occidente nel V sec. d.C. e risulta ancora oggi molto radicata in Puglia, recano lo stesso attributo che caratterizzava i gemelli figli di Zeus nelle terrecotte votive del IV sec. a.C.
La palma dei Dioscuri