L’idolo è pertinente a una sepoltura che riproduce artificialmente una piccola grotta, rinvenuta ad Arnesano (LE), in via Dante n. 38 nel 1968.
L’ipogeo aveva un pozzetto di accesso e una lastra di chiusura e conteneva un’unica deposizione, relativa ad un giovane maschio adulto, con un corredo composto, oltre che dall’idolo, anche da tre vasi nello stile detto di Diana Bellavista. Il tipo di sepoltura è un esempio precoce delle grandi tombe a grotticella del periodo successivo, nel corso del quale inizieranno a essere lavorati i metalli (eneolitico).
I vasi del tipo Diana Bellavista hanno forme plastiche con anse a rocchetto e sono prive di decorazioni, forse per imitazione di prodotti orientali in marmo o metallo. La ceramica prende il nome dal una località di Lipari (Diana) e dalla Masseria Bellavista presso Taranto nella quale, durante la costruzione della ferrovia Bari Taranto, fu scoperta un’importante necropoli neolitica con tombe ad inumazione in pozzetti o ciste (scatole) in pietra contenenti come corredo le ceramiche che dal luogo di primo rinvenimento prendono il nome.