La scultura proviene dal santuario dell’acropoli di Saturo, che, come si può leggere in un’iscrizione esposta al museo, le era dedicato. Il luogo di culto è stato individuato nel 1959 durante gli scavi della Soprintendenza archeologica.
Tra le stipi sull’acropoli, una ha restituito reperti che datano la sua frequentazione dall’ VII secolo a.C. sino al III secolo a.C., ma non vi sono motivi validi per non ritenere che vi fosse già un uso cultuale dell’area nella seconda metà dell’VIII secolo; del resto, il toponimo di Saturo è citato nel responso dell’oracolo di Delfi che mandava i Parteni a fondare la città di Taranto: “ti do Saturo e la ricca terra di Taranto da abitare…”
Il sito di Saturo ha avuto una importanza eccezionale non solo per Taranto e per la sua fondazione, ma per le popolazioni del Mediterraneo almeno a partire dall’età del Bronzo.
Occupa infatti un piccolo promontorio fra due baie che permettevano l’ancoraggio con ogni direzione del vento. Oltre ad essere naturalmente un punto cospicuo, la presenza di sorgenti di acqua dolce la rendeva un approdo prezioso per i naviganti.
Nell’area di Porto Perone o Pirrone è stato rinvenuto un importante sito protostorico, con stretti legami con il mondo egeo e miceneo.
Con la fondazione di Taranto il sito assume una destinazione sacra, collegata a due santuari: uno in grotta, dedicato ad Afrodite e l’altro sull’acropoli dedicato ad Atena.
In età romana imperiale vi si istalla una grande e ricca villa extraurbana dotata di lussuose terme, abbandonata a metà VIO secolo d.C. Tra VII e VIII secolo la popolazione abita un piccolo villaggio in posizione più arretrata rispetto alla costa, noto dallo scavo della necropoli.