Sonaglio a forma di culla

14 dicembre 2021 14 dicembre 2021

Questo reperto ci introduce in un mondo poco noto per gli studi di antichità: l’infanzia.
Si tratta infatti di un giocattolo, un sonaglio o, in latino, tintinnabulum.
All’interno della figura, infatti, veniva nascosta una pallina di argilla: scuotendo il sonaglino, si produceva un leggero rumore.
Questi giocattoli, come altri, provengono sia dalla necropoli di Taranto, come in questo caso, ma anche dalle stipi di alcuni santuari, ad esempio quello sito in località Pizzone.
in un contesto funerario rendono evidente la pertinenza della tomba ad un defunto di età infantile, mentre se rinvenute in un contesto votivo forniscono indicazioni sui culti praticati nel santuario, detti curotrofici, dal greco KOUROTROPHOS che significa nutrici o protettori di bambini e spesso venivano donati agli dei nei riti di passaggio dall’infanzia all’età adulta.
Il nostro sonaglino, che misura circa 10 cm di lunghezza, rappresenta un bimbo che riposa in una culla di forma approssimativamente rettangolare, con le mani sotto la testa e le gambe piegate e leggermente incrociate.
Si data fra il I secolo a.C. e il I secolo d.C.

La necropoli di Santa Lucia
Il luogo di provenienza del nostro sonaglino è la necropoli di Santa Lucia, ove fu rinvenuto nel 1885.
La via di Santa Lucia, oggi non più esistente, costeggiava il Mare Piccolo, andando da porta Lecce verso est, sfiorando il convento dei Padri Alcantarini (attuale MArTA) e giungendo sino al promontorio del Pizzone.
La realizzazione del piano urbanistico del Borgo, a fine XIX secolo, ne ha comportato la distruzione.
Gli attuali assi stradali, infatti, risultano essere funzionali e coevi alla contemporanea costruzione in città dell’Arsenale Militare.
L’area di Santa Lucia, così chiamata per la presenza di una chiesa dedicata alla santa, dunque corrispondeva all’attuale area dell’Ospedale Giulio Venticinque della Marina Militare e alle aree contigue, sia nord che a sud, a via Pitagora.
Lungo la via di Santa Lucia si trovavano le ville suburbane delle più importanti famiglie tarantine.
Gli scavi tardo ottocenteschi hanno permesso di individuare in questa area una necropoli che dall’età arcaica giunge sino all’Alto Medioevo. Si tratta di un’area a grandissima valenza archeologica, molto estesa, della quale non conosciamo con esattezza l’organizzazione nel corso dei secoli.
I viaggiatori che giungevano a Taranto con il Grand Tour hanno spesso ricordato questa zona della città, allora molto bella anche paesaggisticamente – come del resto possiamo vedere anche oggi nei giardini dell’Ospedale Militare – che visitavano e nella quale vedevano con curiosità persone che spigolando fra la terra trovavano di che vivere dal rinvenimento – e la vendita – di preziose oreficerie, provenienti dalle tombe che i lavori agricoli mettevano in luce
Certamente fu anche usata in età romana, durante la quale i bambini venivano seppelliti spesso con i loro piccoli giocattoli in segno di ultimo gesto di pietà. È interessante notare che anche in un’epoca nella quale il rituale funerario prevede il rito della cremazione i bambini venissero sepolti, spesso accanto alle urne che contenevano i resti incinerati di un adulto.

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