Si tratta senza dubbio di un reperto facente parte di un contesto funerario, del quale però mancano i dati di scavo. Il corredo presenta due lekythoi attiche a fondo bianco attribuite a due diversi ceramografi; oltre a quella che qui si presenta, ve ne era infatti un’altra (IG 4573) con due opliti (guerrieri di fanteria che indossano corazza, parastinchi, scudo ed elmo e armati di lancia e spada), uno dei quali si rivolge a sinistra, forse nell’atto di compiere un passo di danza pirrica alla presenza di un auleta (suonatore di flauto). La danza pirrica era eseguita indossando le armi e, accompagnata dalle musiche del flauto, simulava i gesti dell’attacco e della difesa in battaglia.
I due reperti sono molto probabilmente da considerarsi pertinenti alla stessa sfera simbolica e cultuale, quella della guerra mitica ed eroica. Fanno probabilmente parte del corredo di un unico individuo, anche se la scarsa documentazione non permette di affermarlo con certezza. È molto interessante notare come i vasi da porre nelle sepolture venissero spesso scelti con cura in base ai valori condivisi all’interno della comunità di appartenenza del defunto.