Diventata con il tempo una delle icone del Museo, questa terracotta, di dimensioni vicine a quelle reali rappresenta una testa femminile, con i capelli di colore rossiccio divisi in due ciocche mosse e morbide da una scriminatura, sui quali è posato un diadema in oro: si tratta in realtà di una sorta di cerchietto per capelli con la parte centrale in materiale prezioso. La donna appare con la carnagione chiarissima, resa da una scialbatura, e le labbra di colore rosso, grazie all’uso di cosmetici di tale colore che, come provano i rinvenimenti, era usato dalle donne di Taranto in età ellenistica. Alle orecchie erano inseriti degli orecchini, come provano i fori ai lobi delle orecchie. Pur ignorando il luogo preciso di rinvenimento, il numero di inventario basso indica che è stata trovata nella prima fase dell’espansione edilizia della città. La testa probabilmente era pertinente ad una statua interamente realizzata in terracotta, nella cui lavorazione i Tarantini erano esperti.
Il lusso delle donne come indicatore della ricchezza della città
La ricchezza rappresentata con grande dettaglio nella rappresentazione del maquillage e delle oreficerie indica la ricchezza della città, e delle famiglie emergenti, di Taranto nel IV secolo a.C., quando i contatti con il mondo macedone e poi epirota la rendono una delle città più importanti del Mediterraneo. L’uso di deporre le famose oreficerie nelle tombe femminili esprime proprio la grande disponibilità di materiali preziosi in città, e la contestuale presenza di atelier artigianali di altissimo livello.
