Questo singolare vaso a forma di cinghiale è un vaso poppatoio realizzato in vernice nera con i particolari dipinti dopo la cottura con delle tempere. Le sue dimensioni minuscole fanno capire che si tratta effettivamente di un oggetto destinato a bambini piccoli. Il beccuccio, che probabilmente era reso più morbido da del midollo o altri elementi ne rivela la sua funzione principale, che era quella di far prendere l’acqua o il latte al bambino.
Nella necropoli tarantina diversi sono i poppatoi rinvenuti, che univano alla funzione principale anche quella di giocattolo, come pupazzetto o come sonaglino. Al suo interno infatti una pallina di terracotta risuonava e forse aiutava il bambino nella suzione, impedendogli di bere con eccessiva avidità.
Piccoli bambini e grandi dolori
L’attenzione al mondo infantile non era un sentimento condiviso nel mondo antico come nel nostro tempo. L’elevatissima mortalità nei primi anni di vita era considerata, come sino alla metà del secolo scorso, una condizione quasi inevitabile.
Tuttavia in età ellenistica – il nostro poppatoio si data al secondo quarto del III sec. a.C.- la sensibilità diffusa, più attenta ormai all’individuo che al gruppo, fa registrare una attenzione maggiore ai piccoli defunti, che spesso sono sepolti accompagnati da giocattoli e da ceramica miniaturistica: piccole copie dei vasi – da banchetto, da cosmesi – che non hanno potuto usare da adulti.