Una melodia dal passato: una lyra da Taranto – via Otranto

25 gennaio 2022 25 gennaio 2022

V sec. a.C.
Un rinvenimento apparentemente senza spiegazione nella necropoli tarantina di età greca è costituito da frammenti di un carapace di testuggine.
Il confronto con rappresentazioni di musicisti su vasi attici ed apuli a figure rosse ha permesso di chiarire l’apparente stranezza. La cassa di risonanza della lyra era infatti ottenuta dal carapace di tartaruga, rinforzato al bordo con una fascia in ferro e foderato da una pelle bovina. Sulla cassa erano innestati due bracci leggermente incurvati in legno che reggevano un elemento trasversale in osso o avorio, il giogo. Le corde erano collegate alla cassa mediante una cordiera e un ponticello e al giogo mediante dei piroli. Poteva avere da cinque a sette corde, ed era suonata sia pizzicando le corde con le dita che suonando con plettri. Di tutto lo strumento, antenato dei nostri strumenti a corda, resta solo il carapace, mentre gli altri elementi in materiale deperibile non si sono conservati.
La lyra non era un o strumento di grande potenza nel tono musicale, ma era usata in ambienti piccoli, nei banchetti o nelle scuole. Accompagnava anche la poesia più intimista, legata ai sentimenti più profondi come l’amore: quella che noi ancora oggi chiamiamo poesia lirica.

Taranto città di grandi star della musica

Città intrisa di cultura pitagorica,(Pitagora di Samo era stato tra i primi teorici di armonia musicale), Taranto poneva una grande attenzione alle arti, e tra queste vi erano il teatro e la musica.
Archita, stratego della città per sette anni consecutivi, inventore e filosofo, si interessò anche di musica. Aristosseno (IV secolo a.C.) elaborò, staccandosi in parte dalla scuola pitagorica, un trattato, gli elementi di Armonia, di cui ci sono giunti alcuni frammenti. Discepolo di Aristotele, diede una grande importanza all’osservazione diretta dei suoni in natura. Ancora, era originario della città Nicocle, il più importante e celebre citaredo nella Grecia che visse nel III secolo a.C., le cui vittorie nelle gare di musica sono ricordate in alcuni rilievi di Atene presso il teatro di Dioniso. Pausania ci ricorda l’esistenza della tomba del musicista lungo la Via Sacra, la strada che da Atene porta ad Eleusi.
Nicocle, del resto era figlio d’arte: anche il padre Aristocle era un citaredo famoso nelle corti ellenistiche.
Anche se sia Aristosseno che Nicolcle e Aristocle lasciarono la propria patria, le fonti storiche ricordano la presenza in città di numerosi edifici destinati a spettacoli e concerti, fornendo chiare indicazioni sull’ importanza che la musica rivestiva nella Taranto antica e sulla probabile presenza di una scuola di musica in città.
Le fonti storiche testimoniano la presenza di un teatro sul Mar Piccolo e di uno sul Mar Grande, nonché di un auleterion, una sala destinata esclusivamente a concerti per aulos.

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