Mentre a Taranto, il MArTA accoglie i visitatori nella mostra “Taras e Vatl. Protagonisti del Mediterraneo a confronto. Archeologia di Vetulonia a Taranto”, a Vetulonia l’evento culturale, che mette in correlazione due civiltà giganti dell’Italia antica registra, un’ altra importante novità legata proprio ai tesori del Museo Archeologico Nazionale di Taranto.
Dal 1 agosto, infatti, accanto al percorso espositivo della mostra, inaugurata lo scorso 20 giugno, nel Museo “Isidoro Falchi” di Vetulonia (Grosseto), oltre ai capolavori dell’artigianato artistico tarantino ed etrusco, sarà possibile ammirare l’imponente cratere tarantino a figure rosse, attribuito al cosiddetto Pittore del Sàkkos Bianco, ceramografo operante nella seconda metà del IV secolo a.C., così chiamato per la sua predilezione nell’ornare la testa delle figure femminili con un copricapo chiamato sàkkos interamente bianco.
Sulla faccia principale del cratere campeggia la coppia divina di Ade e Persefone, signori dell’Oltretomba, rappresentati seduti in trono all’interno del loro palazzo, dalle cui pareti pendono le armi del dio. Sull’altro lato del vaso, all’interno di un naìskos, un monumento sepolcrale che a Taranto assume l’aspetto di un piccolo tempio, siede mollemente un giovane, probabilmente il defunto; sulle spalle pende il cappello da viaggio a larghe falde, legato al collo, che il giovane ha indossato durante il suo cammino verso l’Aldilà.
Si tratta di un vaso da simposio per eccellenza destinato a mescolare il vino con l’acqua il miele e le altre spezie, ricco di significati che vanno dal culto della vite e del vino fino alla dimensione degli Inferi e dell’ideologia funeraria a cui Greci ed Etruschi attribuivano estrema importanza.
A Vetulonia il cratere del Sàkkos Bianco ambasciatore di Taranto