Al MArTA i detenuti con le loro famiglie

25 luglio 2022 25 luglio 2022

La riscoperta delle proprie radici, il potere rigenerante della cultura, la forza vitale della storia, la coscienza della propria identità.
Sono gli elementi che meglio raccontano l’esperienza che il 23 luglio hanno fatto al Museo Archeologico Nazionale di Taranto alcuni detenuti insieme alle loro famiglie (figli, mogli) e ai loro accompagnatori.

Si è trattato di una tappa fondamentale del progetto realizzato dall’APS T.R.O.I.S.I. Project che in questa fase si è avvalso della collaborazione dell’Associazione “Amici dei Musei di Taranto” e del museo MArTA che ha svolto un ruolo inclusivo, aggregante e federatore.
Otto detenuti, dopo averlo espressamente richiesto agli educatori in carcere, hanno fatto visita al museo con le loro famiglie. Il MArTA ha offerto loro la visita guidata e l’Associazione “Amici dei Musei di Taranto” i biglietti per gli adulti.

“Il progetto ha scelto l’approccio alla persona partendo dall’esperienza con la bellezza – spiega Maria Teresa Liuzzi, dell’associazione T.R.O.I.S.I. – e attraverso questo incontro riuscire così a favorire il ripristino di un legame tra i detenuti e la società e in particolar modo tra i detenuti e i loro figli. E così che si è innescato un processo virtuoso che ha visto insieme poi istituzioni, associazioni, privati, riabilitati a loro volta al bisogno di integrazione e cura che deve riguardare tutti gli anelli fragili della società”.

“L’iniziativa è stata sostenuta finanziariamente dall’Associazione “Amici dei Musei di Taranto” – dice la presidente dell’associazione, Patrizia De Luca – che ne condivide l’obiettivo di inclusione sociale e rafforzamento dei legami parentali attraverso una attività culturale che promuove la conoscenza del patrimonio storico-artistico del territorio”.
La direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, Eva Degl’Innocenti, sottolinea che “in un momento storico in cui ogni elemento di riferimento sembra vacillare, è fondamentale comprendere che studiare, approfondire, ricordare, educare al bene comune, permette a tutti non soltanto di ritrovare le proprie radici e sviluppare la propria sensibilità, ma anche di recuperare la propria identità e sentirsi parte integrante della storia delle civiltà”.

La visita guidata dello scorso 23 luglio alle ore 10.30 si è svolta nell’ambito del progetto dell’APS T.R.O.I.S.I. e con il consenso della direzione del carcere di Taranto, del Garante per i diritti dei detenuti e della Magistratura di sorveglianza.

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