Loutrophoros con Pelope e Ippodamia
Pittore del Sakkos Bianco, 320-310 a.C. ca.
Il lato principale del vaso presenta due registri figurati. Nel registro superiore, Pelope, mitico fondatore dei giochi olimpici, fugge con Ippodamia su una quadriga trainata da cavalli bianchi e preceduta da un cane. L’eroe, con in testa un berretto frigio che lo qualifica come orientale (Pelope era figlio di Tantalo, re di Lidia o Frigia), ha appena vinto e ucciso Enomao, il re di Pisa (in Elide) che sfidava in una gara di corsa i pretendenti della figlia Ippodamia, condannandoli a morte in caso di sconfitta. Il giovane cinge con il braccio destro la futura sposa e regge uno scettro. Ippodamia, con la capigliatura trattenuta dal sakkos (cuffia) di colore bianco che dà il nome al pittore, si scosta un lembo del mantello dal volto (gesto dell’anakalypsis, che prefigura l’esito nuziale della vicenda); alle sue spalle una palla, simbolo dell’adolescenza che la fanciulla si è lasciata alle spalle. Il fregio di animali marini sulla fascia che separa i due registri sembra alludere al mare, verso il quale la coppia sta fuggendo.
Nel registro inferiore: scena di offerta alla tomba. Ai lati di una colonna scanalata, eretta su un basamento e sormontata da un piccolo frontone, una fanciulla vestita e un giovane nudo recano offerte: un timpano e una cista istoriata con manico la prima, una ghirlanda di rosette e un ramo fiorito adorno di bende rituali il secondo.
Inv. 19.M325-1.4; già Museum of Fine Arts, Boston, inv. 1988.431
