Orecchino in oro con testa di leone

Taranto, Arsenale Militare, 1912, contesto funerario. | Primi decenni del III sec. a.C.


La creatività degli artigiani orafi tarantini produce, tra il IV e il II secolo a.C., gioielli di grande raffinatezza e qualità decorativa: i famosi “Ori di Taranto”. Rinvenuti soprattutto nelle tombe, deposti come elementi di corredo, i preziosi costituivano per lo più oggetti personali del defunto, usati nella vita quotidiana o in particolari occasioni. Tra gli orecchini, elemento essenziale della parure della donna tarantina e quindi rinvenuti numerosi nei corredi funerari, si distingue il tipo a testa di leone, noto in diverse varianti e diffuso tra la fine del IV e la metà del III secolo a.C. L’esemplare in oggetto, elemento di una coppia, presenta due teste di dimensioni differenti, realizzate con grande dettaglio in lamina stampata. Le teste sono poste all’estremità di un cerchio aperto decorato con fili avvolti a spirale su un fusto in lamina d’oro, raccordato all’anello tramite collarini in lamina decorati a filigrana. I fori in corrispondenza degli occhi dovevano ospitare pietre colorate o paste vitree, a rendere ancora più vivace la resa della figura animale. Questi orecchini venivano portati in modo che le teste di leone fossero rivolte verso l’orecchio, quasi a morderlo.

Inv. 6434 A-B


Piano I, sala XI, vetrina 19, 1.1.

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